Benvenuti nel nostro nuovo racconto.
Benvenuti in un mondo di placidi fiumi custodi di ricordi, di taumaturgici coccodrilli impagliati, di grandi e potenti signori, geniali cuochi di corte, nani, osti raccontastorie e impavidi goliardi.
Il territorio mantovano è un luogo magico, dipinto dalla bruma che sale copiosa dai fiumi disvelando scorci di impareggiabile bellezza.
Mantova è sempre una meravigliosa scoperta, un universo in miniatura fatto di geometrie armoniose ed assolutamente perfette, di piccoli vicoli che invitano a cullarsi nell'illusione di smarrirsi in un fazzoletto.
Ma la nostra vera destinazione è Curtatone, un luogo non poco evocativo per chi, come il sottoscritto, ha anche solamente sfiorato la bellezza ormai morente del gioco goliardico. Su queste piane si è sperso il primo ruggito di indipendenza e proprio qui giovani studenti senesi e pisani ornati di feluca hanno sacrificato la propria giovinezza e, in nome di grandi ideali, hanno saputo tenere in scacco per un intero lunghissimo giorno la superpotenza asburgica.
Il pistolotto storico era d'uopo anche perchè non ci possiamo esimere dal raccogliere l'eredità morale dei suddetti eroici virgulti. Ordunque, fedeli al “gaudeamus igitur”, in loro imperitura memoria altro non possiamo che dirigerci all'osteria.
Viandante se, per uno strano caso del destino, dovessi mai giungere a Grazie e, contemplando il fiume avvolto nell'irreale abbraccio delle sue imperiture nebbie ti trovassi mai a fantasticare sui crucci della tua miserabile esistenza, meglio non potrai fare che trovare conforto nel locale santuario. Ricorda però che il fiume a Grazie è tutto. Governa la brumosa atmosfera, decide gli odori, dona nutrimento e sicuro trasporto oltre, ovviamente, a raccogliere nelle sue anse, come figli in un ventre, amanti serotini alla disperata ricerca di un approdo tranquillo. Nel santuario un placido coccodrillo impagliato, inviato secondo leggenda a bella posta in ambascia da sua maestà il Fiume, appunto, dispensa fortune e realizza desiderata facendo impallidire I vicini santi .
Cos'è che fa di un luogo una vera osteria? I piatti della tradizione, certo, confezionati con le materie prime del luogo.
Ma non basta.
L'osteria, è lapalissiano, la fà soprattutto l'oste.
Posso quindi andare sul sicuro garantendovi che alla locanda delle grazie c'è un'ostessa vera che sa accogliere, consigliare e, cosa davvero rara, raccontare. Nella sua voce di sicura inflessione mantovana, orlata di simpatico campanilismo, rivivrete I racconti della antica corte dei Gonzaga. Sta a voi tracciare la sottile linea tra verità e leggenda, a vostro gusto. Vi consiglio però di non farlo e di ascoltare, una volta tanto. Forse in tal modo la piccola corte di Mantova ne risulterà smisuratamente ingrandita, tanto che persino I nani di corte vi appariranno come giganti. Forse potreste avere un sussulto voi, che a Vienna avete dedicato giornate intere a classificare e valutare ogni pasticceria, nello scoprire che la sacher è stata in realtà inventata a Mantova e gli odiati austriaci se ne sono poi “rubati il merito”.
Se però vi abbandonerete ai racconti scoprirete, in una ineguagliabile sinestesia, che quello che mangiate e quello che ascoltate null'altro sono che I preziosi inestimabili ricordi di un'epoca leggendaria serviti e proferiti secoli dopo, solo per voi.
Se proprio non vorrete negarvi nulla potrete dotarvi, come abbiamo fatto noi, di commensale del territorio (nel nostro caso forumista appassionato di gm). Pare che I mantovani abbiano una vocazione innata a fare da guida. Così I ricordi di infanzia del vostro accompagnatore faranno da improbabile traid d'union con le antiche leggende dell'ostessa e si fonderanno in una strabiliante, ineguagliabile favola senza tempo.
Ma ci sono anche dei risvolti pratici. Io, personalmente, se non fossi stato opportunamente condotto avrei certamente snobbato l'”antipasto della Luciana” passando subito oltre nella lettura del menu.
Avrei in tal modo commesso un errore imperdonabile.
Il suddetto antipasto, come del resto I racconti che viaggiano indefessi in queste sale, racchiude tutto ciò che vorreste assaggiare in un luogo del genere, e forse molto di più.
C'è un'ottima polentina abbrustolita a supportare egregiamente un tagliere di salumi deliziosi. Il salame mantovano è qui una vera leccornia.
Non manca una spettacolare mostarda da abbinare al parmigiano.
Un luccio marinato impareggiabile
Cotiche con fagioli: pensavo di non essere un amante del genere, ma dopo aver assaggiato queste, di una bontà indescrivibile, ho dovuto decisamente ricredermi. A testimonianza della mia provvidenziale conversione le ho divorate quasi interamente da solo.
Ma il colpo decisivo arriva proprio da ciò che non ti aspetti. Nel caso di specie dall'insalata ideata dal grande Bartolomeo Stefani, cuoco di corte mantovano del '500 ricordato nei secoli come inventore e codificatore della ricetta dei tortelli di zucca. Pare che un giorno il nostro non avesse particolari idee nè, soprattutto, ingredienti all'altezza e, come ogni volta, fosse letteralmente assediato da una corte intera affamata ed in attesa di nuovi manicaretti. Il risultato, ennesima umana genialità scaturita dalla necessità , fu proprio l'insalata tiepida di pollo (con codificata variante al cappone) una pietanza che, a dipetto del nome forse abusato, cela un gusto ed un equilibrio da applausi.
Mentre ne tesso le lodi sbuca da qualche parte uno sconosciuto ed attempato signore che mi apostrofa, in medias res, raccontandomi di recarsi abitualmente in questa osteria perchè è rimasta l'unica a servire l'antica insalata. Sorrido un po' imbarazzato ed il curioso avventore se ne va compiaciuto licenziandomi con un cenno del capo.
Scelta del vino obbligata (nonostante la carta sia ampia): lambrusco mantovano (80esima vendemmia cantina sociale di Quistello) per stare, manco a dirlo, nel territorio.
Il risotto alla pilota, rigorosamente vialone nano, è servito a badilate, ma è talmente buono che non ne rimane un chicco.
Un altro grande classico del locale: tagliatelle all'anitra, piatto eccezionale per delicatezza ed equilibrio. Una porzione da muratore preparata però con rara maestria.
Per il secondo non possiamo che orientarci verso semplicità e leggerezza altrimenti rischiamo davvero il collasso. Il consiglio, ve la butto lì, è trattenersi nelle ordinazioni perchè qui sulle quantità non scherzano mica.
Certo, il branzino al sale non è davvero una pietanza complessa. Però se il branzino è, come in questo caso, fresco e buonissimo, ne esce un piatto di impagabile piacevolezza. Ci gustiamo, per una volta, l'estrema semplicità mentre la nostra guida oriunda fornisce prova della sua impareggiabile conoscenza di sagre locali. Pare davvero che in queste terre si celebri una festa paesana per qualunque prelibatezza enogastronomica e tutte le scuse son buone per assaggiare...
I dolci, mi si perdonerà l'orribile gioco di parole, sono il colpo di grazia.
Guai a voi se manchere di tributare alla tradizione mantovana la raffinatezza nell'arte pasticcera che indubbiamente merita.
L'ostessa vi narrerà delle innumerevoli famiglie di pasticceri qui giunte dall'Austria oltre ad ammonirvi, come già narrato, sulle reali origini della torta sacher.
Pare che I dolci migliori, se escludiamo la celeberrima sbrisolona, siano la bignolata e il mitico budino e zabaione. La prima pare essere una delizia quasi irreperibile perchè una volta realizzata scompare misteriosamente in un istante. Il secondo è invece disponibile. Una goduria ipercalorica da divorare lasciando da parte ogni senso di colpa.
Se qualche ingenuo poteva sperare che la millefoglie fosse un poco più leggera, si sbagliava di grosso. Ennesima soddisfazione in una cena medievaleggiante anche negli eccessi.
Per finire sbrisolona per tutti, da rompere, tradizionalmente, con un pugno al centro ben assestato.
Il conto svela un rapporto qualità -prezzo da favola: 3 coperto: 9,00; 3 acqua: 6,00; 1 Lambrusco 80esima vendemmia cantina sociale di Quistello 8,00; 2 antipasti 28,00; 2 primi 22,00; 1 secondo 25,00, 3 dolci 12€. TOTALE (in 3) 110,00.
Potete acquistare in loco numerosi prodotti realizzati interamente dalla cucina dell'osteria. I golosi potranno quindi rientrare a casa carichi di mostarda, deliziosi salami, sbrisolone a non finire e schiacciate mantovane.
Imperdibile!!!
[tigellinaboilerdilardo]
14/04/2009
volevo chiederti delucidazioni sull'insalata di pollo, un piatto che io amo e che talvolta cucino a casa quando ho voglia di u.s.a. (a rochester,minnesota, ne ho mangiata una che era da sballare e strapparsi i capelli, il teletrasporto mi spaventa ma in casi come questo lo vorrei subito)
la locanda me la segno da visitare
buono anche il prezzo a parte per il branzino, 25 € solo per lui mi sembrano un pelo troppi, a meno che non fosse di dimensioni stellari. è un pesce non così pregiato,e anche se nella fattispecie è stato ottimo, mi sembra abbia un costo che stona con gli altri prezzi, anche perchè da quel che evinco non era cucinato in modo complicato o con spezie-verdure costose intorno.
per tutto il resto mi hai messo voglia di tornare a mantova, tra l'altro ci ho mangiato il panino più buono della mia vita!